Meta, la società proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, potrebbe subire un processo antitrust da parte dell’Unione europea. Sarebbe l’ultimo atto in carica della commissaria alla concorrenza uscente Margrethe Vestager, che ha già ottenuto importanti successi in questo ambito contro Apple, Google e Microsoft.

L’accusa sarebbe peraltro molto simile a quella che ha portato Google a dover pagare una multa miliardaria. Meta collegherebbe in maniera troppo esplicita e diretta Facebook e il suo Marketplace, piattaforma gratuita su cui si possono vendere e comprare oggetti anche di seconda mano. Inoltre, utilizzerebbe i dati dei propri utenti a per migliorare i suggerimenti degli oggetti da comprare.

Meta rischia una multa dall’Ue fino a 135 miliardi di dollari

L’Unione europea potrebbe avviare un procedimento di violazione delle leggi sulla concorrenza contro Meta, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp. L’accusa è quella di favorire tramite i propri social un’altra piattaforma che fa parte dell’ecosistema di questi social, Marketplace. Spesso visto come una parte di Facebook, questo sito è in realtà separato e permette di vendere e comprare oggetti anche usati, sia ad aziende che a privati, in maniera simile a altre realtà come eBay.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, che cita fonti vicine alla Commissione europea informate sulla vicenda, l’Ue accusa Meta di favorire Marketplace implementandolo in Facebook rispetto ai suoi concorrenti. L’inchiesta potrebbe anche avere a che fare con il modo in cui l’azienda utilizza i dati dei propri utenti, raccolti tramite tutte le sue piattaforme. Il sospetto è che possano essere utilizzati per personalizzare le ricerche all’interno di Marketplace.

Meta ha già in passato negato le accuse, affermando che le ipotesi della Commissione siano senza fondamento. L’Ue ha già però vinto una causa molto simile contro Google, e potrebbe richiedere una multa altissima. La legge prevede infatti sanzioni fino al 10% del fatturato globale di un’azienda che viola le leggi sulla concorrenza in Unione europea. Per Meta vorrebbe dire pagare fino a 130 miliardi di dollari, anche se realisticamente le cifre saranno molto minori.

L’ultima iniziativa di Margrethe Vestager

Se la causa contro Meta dovesse effettivamente avere luogo, sarebbe l’ultima iniziativa della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, che ha già portato a termine iniziative molto simili contro le grandi aziende tecnologiche americane. È stata proprio lei a ottenere la condanna di Google per l’eccessiva esposizione sul motore di ricerca più utilizzato al mondo del suo strumento per il confronto dei prezzi. Questa è la causa che più spaventa Meta e che crea un precedente per l’eventuale prossimo procedimento.

Un’altra vittoria importante di Margrethe Vestager è stata quella contro Apple e gli accordi fiscali che l’azienda aveva stabilito con lo Stato irlandese. Nessuna multa alla società in questo caso, ma l’obbligo del pagamento di 13 miliardi di euro in tasse a Dublino, derivate da quasi due decenni di ricavi a livello globale. L’incarico di Vestager si conclude a novembre, quando sarà sostituita dalla nuova prima vicepresidente della Commissione europea e commissaria alla concorrenza Teresa Ribeira, alla quale spetterebbe il compito di portarla a termine.

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