Il premio dell’Atlantic Council e la cena di gala alla Ziegfeld Ballroom. I  complimenti impacciati del proprietario di Tesla e SpaceX alla premier in abito lungo nero che  era  arrivata al braccio del consigliere militare

NEW YORK – Giorgia Meloni che canticchia il ritornello di Man in the Mirror di Michael Jackson, il premier greco Kyriakos Mitsotakis introdotto dal rock travolgente dei Guns N’ Roses, il suo gruppo preferito e la rockstar giapponese Yoshiki. E, poi, i rapper coreani Tiger JK e Yoonmirae venuti ad accompagnare Miki Lee che, trasformando il suo CJ Group da azienda alimentare legata alla Samsung (fondata da suo nonno), in multinazionale del cinema e della musica, ha lanciato il rap coreano e film come Parasite: ponti tra la cultura dell’Asia legata all’Occidente e quelle degli Stati Uniti e dell’Europa.

Solitamente enfatico ma compassato, il gala nel quale ogni anno l’Atlantic Council premia quattro leader politici, economici e culturali, impegnati a far avanzare i valori di libertà, democrazia e rispetto della legalità internazionale, stavolta ha avuto un sapore molto più pop che alla fine ha travolto anche Elon Musk, venuto a presentare il premio assegnato dal think tank di Washington alla premier italiana. Le critiche e le polemiche che hanno preceduto l’evento sono rimaste fuori dalla porta della Ziegfeld Ballroom.

Due anni fa il premio a Mario Draghi era stato introdotto da una lunga dissertazione di Henry Kissinger, l’anno scorso era stato il presidente del Council, John Roberts, a pronunciare il discorso per l’award al leader ucraino Volodymyr Zelensky. Lunedì sera, con i giornalisti italiani lasciati ad aspettare fuori sotto la pioggia, la premier italiana è arrivata in abito lungo nero al braccio del consigliere militare Franco Federici in alta uniforme. Elon, rigido e impacciato sul palco, ha balbettato due frasi di ammirazione per Giorgia Meloni, tra cui una non felicissima («addirittura più bella dentro che fuori»), interrompendosi improvvisamente, consegnando il premio alla leader italiana tornando al suo posto, protetto da tre guardie del corpo sempre rimaste alle sue spalle. La celebre mamma-tigre Maye Musk, in uno scintillante abito in lamè argento, ha vivacizzato il tavolo rotondo con la sua personalità prorompente.

Musk

Era inevitabile che la postazione imbandita per Meloni e Musk, alla quale sedevano anche i capi del think tank, l’ambasciatrice a Washington Miariangela Zappia e l’ambasciatore Giampiero Massolo, ora presidente di Mundys, assorbisse tutto l’ossigeno della sala. Elon dapprima si è limitato a conversare e scherzare con la Meloni che carezzava, riconoscente, la sua spallaPoi è rimasto in silenzio tra Giorgia e Maye che parlavano e scherzavano tra loro, mentre la pressione cresceva alle sue spalle. 

Ancora qualche minuto caotico ed ecco la premier incassare i complimenti dell’«inviato di pace americano» Amos Hochstein, del proprietario del New York Times Carlos Slim, secondo uomo più ricco del mondo, e sottoporsi al rito dei baciamano e degli inchini: tra i tanti, l’ex ministro del Tesoro di George Bush, Hank Paulson, un rabbino e l’onnipresente ristoratore dei potenti di Washington Franco Nuschese, proprietario nella capitale del Cafè Milano. Alla fine, col tavolo sotto assedio e le bodyguard impossibilitate a usare tecniche da buttafuori con lady ingioiellate e gentiluomini in smoking, Elon ha vinto la sua ritrosia: si è alzato e si è concesso a una lunga serie di selfie, raccogliendo disciplinatamente biglietti da visita porti da sconosciuti.

A suggellare il gala pop illuminato da candele, lampadari di cristallo e luci violacee, il rap indiavolato delle due star coreane che sono riuscite a far ballare una platea di finanzieri, esperti di politica internazionale, consulenti aziendali. Ma a quel punto Elon e Giorgia erano già lontani.

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